ALBERI

ACER

Gli aceri sono in genere alberi di media grandezza, anche se questo genere, appartenente alla famiglia delle Sapindacee, riunisce più di cento specie, comprendendo arbusti che non superano il metro, e grandi alberi che possono raggiungere i 30 metri di altezza; a parte una sola specie, originaria dell’emisfero australe, tutte le altre specie di acero sono originarie dell’Asia, dell’Europa e dell’America settentrionale. Nonostante esistano aceri sempreverdi, nei parchi e nei giardini troviamo spesso aceri a foglie caduche; prima di tutto perché le specie che perdono le foglie in inverno sono molto più numerose; secondariamente perché molte specie e varietà di acero diffuse in coltivazione assumono in autunno una splendida colorazione del fogliame, che può variare dal gallo oro, fino al rosso bordeaux. La gran parte degli aceri presentano poi fogliame palmato e lobato, chiaramente segnato da venature, spesso in colore più scuro; esistono specie con foglie intere e non lobate, ma tipicamente la foglia dell’acero ha cinque lobi, e alcune specie possono arrivare fino a sette o nove lobi; la foglia di acero più rappresentativa del genere è quella presente sulla bandiera canadese, con tre lobi ben delineati.

CAMELLIA

Il genere camellia conta più di cento specie, diffuse in Asia, in particolare nella zona tra India, Cina, Giappone, Vietnam e Corea; la specie più diffusa e coltivata è la camellia sinensis, ovvero la pianta dai cui germogli essiccati si ottiene il te: se i germogli vengono essiccati da freschi si ottiene il te verde; se vengono fatti fermentare prima di essere essiccati, si ottiene il te nero. In Asia in effetti si utilizzano anche altre specie per preparare il te, come ad esempio la camellia japonica. In Italia la camellia sinensis viene coltivata solo a scopo ornamentale, e in genere soltanto nei giardini dei collezionisti; nei vivai troviamo più comunemente varietà di camellia japonica e di camellia sasanqua: la prima fiorisce a fine inverno, la seconda fiorisce tra novembre e febbraio. Le camelie furono importate in Europa nel 1600, sotto forma di semi, da parte di un botanico, affascinato da questi fiori, conosciuti nei suoi viaggi come missionario gesuita; il suo nome era Georg Joseph Kamel, e Linneo diede alla pianta proprio il nome di colui che sfidò il protezionismo della Cina e del Giappone per portare in Europa queste bellissime piante sempreverdi. La coltivazione delle camelie e la loro ibridazione avviene in Europa dal 1700, in tutti questi anni si sono potuti quindi ottenere centinaia di ibridi, con fiori di diverse forme e colori; oggi infatti, esistono così tante varietà di camelia, che per meglio intendersi, gli appassionati hanno diviso le varietà in circa otto raggruppamenti, a seconda della forma del fiore e del numero di petali. Le camelie giapponesi sono molto diffuse nei giardini europei, e anche in Italia, soprattutto nella zona del lago Maggiore e della Lucchesia, dove esistono ampi giardini che ospitano soltanto camelie di ogni specie e varietà.

CORYLUS

Il Corylus colurna, o colurno, comunemente chiamato Nocciolo di Costantinopoli, è un albero di media grandezza, a foglie caduche, originario dell’Asia, Mediterranea. Ha fusto eretto, con rami simmetrici, e chioma piramidale, molto regolare, e può raggiungere i 12-15 metri di altezza; la corteccia è grigio-marrone, liscia negli esemplari molto giovani, tende a fessurarsi in modo appariscente con il passare degli anni, ed anche a rompersi in scaglie, mostrando la corteccia inferiore, di colore arancio. Le foglie del colurno sono tondeggianti, di colore verde scuro, leggermente rugose, con margine seghettato, diventano gialle in autunno, prima di cadere; alla fine dell’inverno produce infiorescenze maschili allungate, giallastre, ed infiorescenze femminili tondeggianti, di colore giallo-verde, con stami rossi. In estate il Corylus colurna produce grosse noci, riunite in gruppi di quattro o cinque, avvolte in lunghe brattee cartacee ricoperte da morbide spine. Questi alberi hanno crescita molto lenta, e possono rimanere per molti anni al di sotto dei 5-6 metri. 





CUPRESSUS

Il cupressus sempervirens è una varietà arborea che sembrerebbe far parte da sempre del paesaggio italiano, ma in realtà non è così. Sembra infatti che nella penisola sia stato importato dai fenici dall’Asia Minore, di cui è originario. La maggiore attrattiva che probabilmente fu vista in questa specie, che appartiene alla famiglia delle Cupressaceae, è la stessa per cui è apprezzata ancora oggi: ovvero, la sua bellezza. La chioma piramidale, che si sviluppa verso l’alto fino a raggiungere, negli esemplari più vecchi, i 50 metri di altezza, ha infatti delle qualità ornamentali che rendono molto ampio l’impiego di questo cipresso in parchi e giardini, e viali alberati. Inoltre il cupressus sempervirens, come dice il suo stesso nome, è un albero sempreverde, e quindi assicura sempre la sua protezione e la sua ombra. 



ELEAGNUS

L’olivagno o Eleagnus è una pianta arbustiva o arborea sempreverde o caducifoglie, resistente e ampiamente usata da sola o a fianco ad altre specie arbustive o erbacee per creare siepi miste. L’Eleagnus sopporta bene i climi freddi, caldi e ricchi di salsedine, così come i luoghi ventosi, infatti è adatta anche come barriera frangivento. Il terreno ideale per questa pianta è fertile, poco calcareo e ricco di materiale organico, ben drenato e concimato almeno una volta l’anno, in primavera o autunno. L’olivagno è una specie rustica e molto adattabile, che non necessita di particolare manutenzione, ha foglie lanceolate, lisce o con peluria, verde scuro o argenteo, e a seconda della specie, anche dei piccoli fiori e frutti di colore variabile. Per la sua rusticità e per le piccole dimensioni (non supera i 4 – 5 metri di altezza) non necessita di potature frequenti, a meno che non le si voglia dare una forma più regolare o precisa. Il portamento di Eleagnus è eretto o espanso, con fogliame ricco e compatto, ideale per siepi di piccole o grandi dimensioni. 



HYBISCUS

Arbusto a foglie caduche, originario dell’Asia, molto diffuso in coltivazione come pianta ornamentale, nei giardini e come arredo urbano. Ha portamento eretto, ben ramificato, e raggiunge i 2-3 metri di altezza; la corteccia è grigia, liscia, tende a divenire rugosa e profondamente segnata con il passare degli anni. Il fogliame è di forma ovale, presenta tre lobi di forma varia, più o meno evidenti a seconda dell’esemplare; di colore verde medio, le foglie sono seghettate. Dalla primavera inoltrata fino ai freddi autunnali produce, all’apice dei fusti, grandi fiori solitari, a forma di campana, di colore vario, nei toni del rosa, del bianco e del viola, con gola in colore contrastante; esistono numerose cultivar di ibisco, con fiori dai colori più vari, ed anche a fiore doppio o stradoppio. Queste piante hanno uno sviluppo abbastanza vigoroso, quindi è consigliabile potarle dopo la fioritura, prima dell’arrivo dell’inverno, ed intervenire anche a fine inverno, levando i rami rovinati o eccessivamente e disordinati; la potatura a fine inverno ha anche il vantaggio di favorire lo sviluppo di nuovi rami, che porteranno i fiori. Ai fiori seguono i frutti, grosse capsule semilegnose, di forma ovale, che contengono i semi. 





LAGERSTROEMIA

Arbusto o piccolo albero a foglia caduca, originario dell’Asia, questa pianta può raggiungere i 7-10 metri di altezza. Il fusto è eretto e sottile, spesso la pianta sviluppa più tronchi paralleli con corteccia chiara, liscia, che generalmente tende a sfogliarsi con l’età. La chioma della lagerstroemia è tondeggiante, allargata, non molto densa con foglie ovali, allungate, di colore verde scuro, che divengono aranciate in autunno, prima di cadere. In estate all’apice dei rami le Lagerstroemia indica producono lunghe pannocchie di fiori di colore bianco, rosato o lilla. Questi piccoli alberi sono molto diffusi nei giardini, ed anche nelle alberature stradali; durante l’inverno la pianta si spoglia completamente ed è una tra le ultime piante a germogliare in primavera. Le specie di lagestroemia sono circa ottanta, ne esistono anche di molto più imponenti, come Lagerstroemia speciosa, che raggiunge i 20-25 metri di altezza, ma teme leggermente il freddo; Lagerstroemia nana è invece un piccolo arbusto, che raggiunge i 50-90 cm di altezza.

NERIUM OLEANDER

Provenienti dal mediterraneo, gli oleandri appartengono ad un genere di arbusti sempreverdi, coltivati soprattutto per la fioritura e per il fogliame. E’ una pianta legnosa a portamento cespuglioso che può andare dai 2 ai 6 metri di altezza. Il fusto è eretto e ramificato dalla base. Le foglie in condizioni climatiche ideali sono persistenti: semplici, coriacee e lanceolate. La pagina superiore è lucida, quella inferiore, invece, grigia e opaca. I fiori, a imbuto, formano dei corimbi e hanno in genere 5 petali (nella forma semplice) ma esiste anche una forma doppia. I colori vanno dal bianco al carminio passando per il rosa, salmone e giallo. Produce da metà estate dei follicoli marroni, simili a baccelli, di circa 10-15 cm che contengono (a maturazione) dei semi piumosi.

OLEA EUROPEA

L’olivo è la pianta tipica dell’agricoltura antica delle regioni mediterranee, è di tipo sempreverde, la sua crescita è molto lenta e la sua caratteristica principale è quella di essere molto longeva, il suo ciclo vitale può durare più secoli. Questa pianta è coltivata soprattutto in Italia, nel sud della Spagna e della Francia, in Grecia e in alcuni paesi affacciati sul Mediterraneo orientale. Le radici dell’olivo sono di tipo molto superficiale, in genere raggiungono una profondità massima di 50-100 cm. Il tronco della pianta dell’olivo è liscio e di colore grigio-verde, questo fino a che la pianta non abbia raggiunto l’età di circa 10 anni, poi esso diventa maggiormente nodoso, con profondi solchi, intrecciato e di colore scuro. Il tronco dell’olivo, col passare degli anni, può raggiungere notevoli dimensioni di altezza e larghezza, è molto profumato, duro, quindi molto adatto alla costruzioni di mobili in legno massello. I fiori sono bianchi e non hanno profumo. Le foglie sono di colore verde e lisce nella parte superiore, presentano invece dei “peli stellati” nella parte inferiore che le conferiscono un colore argentato e la proteggono da un’eccessiva traspirazione durante le stagioni molto calde. I frutti dell’olivo, le olive appunto, sono di forma ovale, possono essere da olio o da tavola; i primi raggiungono un peso di 2-3 grammi mentre i secondi 4-5 grammi. La buccia delle olive è di colore verde o violaceo a seconda del tipo di coltivazione, la polpa è molto carnosa e contiene circa il 20-25% di olio.